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Principi di codifica e convenzioni editoriali

Principi di codifica

I testi del Corpus Descartes sono codificati in XML (W3C Schema) nel rispetto delle indicazioni del consorzio TEI (Text Encoding Initiative), versione P51http://www.tei-c.org/index.xml.

Il codice sorgente è liberamente accessibile del sommario.

Principi di trascrizione e convenzioni d'edizione

Il principale obiettivo del Corpus Descartes è consentire agli studiosi la possibilità di consultare i testi nelle edizioni originali, ossia quelle autorizzate dal medesimo Descartes. Andare ai testi originali è tanto più necessario, consideraro che gli scritti cartesiani hanno conosciuto nel corso della loro storia editoriale interpolazioni di vario genere (alterazioni, mutilazioni, inserzioni) presenti anche nell'edizione di riferimento Adam-Tannery2 Œuvres de Descartes pubblicate da Charles Adam et Paul Tannery, Paris, Léopold Cerf, 1897-1909; nuova presentazione di Bernard Rochot et Pierre Costabel, Paris, Vrin–CNRS, 1964-1974, 11 vol..

Delle edizioni originali è stata rispettata l'ortografia, la suddivisione in caratteri e paragrafi, il corsivo, il maiuscoletto, la disposizione dei capoversi, le abbreviazioni, le figure anche nei casi in cui figurano più volte nel corso del testo.

Tuttavia, poiché non abbiamo realizzato un'edizione diplomatica, in alcuni casi siamo intervenuti, quando questo rendeva più facile la lettura dei testi sullo schermo, sostituendo, ad esempio il segno della «s lunga» con la «s corta». Allo stesso modo sono stati normalizzati gli spazi in prossimità, eliminandoli prima delle virgole, ristabilendoli nei casi in cui siano stati omessi, né non sono stati rispettati i capilettera, i titoli correnti o i richiami. Per convenzione le parole monche a piè di pagina (edizione originale o edizione Adam-Tannery) sono state inserite senza cesure.

Per quanto riguarda la punteggiatura (principalmente il punto, il punto e virgola – quando non esprime un'abbreviazione – e i due punti), sono state segnalate in nota le variazioni introdotte dall'edizione Adam-Tannery quando suscettibili d'influire sul senso della frase. Le aggiunte o le omissioni di virgole nell'edizione Adam-Tannery, non semanticamente determinanti, non sono state segnalate. Per le maiuscole si è seguito l'originale, però, senza riprodurre gli “errori” evidenti di composizione (assenza della maiuscola dopo il punto, ecc.).

Abbiamo uniformato l'accentazione delle parole francesi nel rispetto delle regole del XVII secolo: è stata normalizzata l'accentazione delle finali in -ée (née, armée) e si è usato l'accento grave sulle lettere a, e ed u nelle preposizioni e negli avverbi monosillabici per distinguerli dalle parole omografe. Di contro, non abbiamo accentato la lettera e all'interno di una parola (maniere, pere, present).

Riguardo alle variazioni grafiche d'una medesima parola abbiamo uniformato le forme privilegiando il criterio della frequenza delle occorrenze. Un esempio: per «d'avantage» nel Discours de la méthode… (una occorrenza) e «dauantage» (tre occorrenze), la normalizzazione è stata fatta a favore di «dauantage». Allo stesso modo, gli hapax (o casi rari) delle parole unite o tronche3Di contro, le locuzioni che, in seguito, sono state unite a formare una sola parola (si tratta essenzialmente di futuri avverbi e congiunzioni: et conjonctions : aussi tôt, en fin, long tems, lors que, par tout, sur tout, tous jours) non saranno più riunite., i doppioni, le lasciature, gli apostrofi o le punteggiature aberranti sono stati direttamente corretti nella trascrizione. Il criterio statistico di questa scelta è discutibile; lo è tanto più in quanto la pluralità delle forme ortografiche è ancora del tutto tollerata all'epoca di Descartes. Ma abbiamo scelto di far prevalere il criterio dell’uniformità. Il lettore interessato alla storia del libro e alla bibliografia materiale potrà, tuttavia, consultare le immagini delle pagine corrispondenti.

Il carattere fluttuante del francese di età moderna ha posto il problema degli errori tipografici non registrati tra gli Errata. Per i probabili errori di composizione (identificati, nel codice, da elementi TEI <sic>), nei testi tracritti vengono proposte delle correzioni (grazie a TEI <corr>) attribuendo un grado di certezza più o meno alto (il segno: @cert + «high», «medium» e «low»; il segno: @resp seguito dalle iniziali del trascrittore identifica il ‘trascrittore’). I lettori curiosi delle scelte operate potranno ritrovare queste sfumature nel codice xml, in libero accesso. Nel testo trascritto, quelli che sono da considerare errori potenziali sono segnalati in blu. Un'opzione di lettura permette di mostrare in rosso la correzione al posto dell'errore. Corre l’obbligo di precisare, per concludere su questo punto, che gli studi di bibliografia materiale cartesiana, tra i quali quelli di Giovanni Crapulli, hanno messo in evidenza che diversi esemplari di una stessa edizione – le Meditationes de prima philosophia, 1641 o 1642 – non presentano gli stessi refusi. Essendo nota e dimostrata la pratica in uso nel secolo XVII della correzione in corso di stampa, la presenza e la quantificazione degli errori non è dirimente circa l'edizione da cui proviene l'esemplare trascritto.

Tutto ciò considerato, e nella consapevolezza che ogni scelta possa essere discutibile, nel realizzare il Corpus Descartes ben lungi dal proposito di proporre un impossibile modello di perfezione, il nostro proposito à stato quello di uniformare le ortografie sulla base di mere valutazioni statistiche. In questo ci siamo attenuti alle regole definite in L'Édition des textes anciens, XVIe-XVIIIe [1990], Bernard Barbiche et Monique Chatenet (éd.), Paris, Inventaire général (Documents et méthodes ; n° 1), 1993 e de l’École nationale des Chartes per l'edizione di testi dell'epoca moderna (XVI-XVIII secolo)4http://theleme.enc.sorbonne.fr/cours/edition_epoque_moderne/edition_des_textes..

Presentazione sintetica delle opzioni di lettura

I lettori curiosi di conoscere la grafia e la punteggiatura delle edizioni che abbiamo editato potranno consultare le immagini digitalizzate, consultando nel sito Corpus Descartes i link dove compaiono: nome dell'editore e, tra parentesi graffe, la pagina. Una consultazione in una risoluzione più alta è possibile mediante il link situato in basso nella finestra di visualizzazione che porta al sito di Gallica. Il Corpus Descartes permette inoltre la consultazione delle immagini dell'edizione Adam-Tannery, consultando il link «AT» e la pagina indicata tra parentesi graffe). Il lettore dispone anche di una tavola di concordanze tra le pagine delle edizioni originali e quelle dell'edizione Adam-Tannery. Un clic sulle pagine permette di ritornare al testo.

I lettori dispongono di opzioni di lettura che permetteno loro di far apparire o di nascondere le note, la pagina dell'edizione originale e dell'edizione Adam-Tannery, le correzioni degli errori così come altre specificità dei testi, come nel caso delle equazioni modernizzate o l'apparato critico delle Regulae ad directionem ingenii5Giovanni Crapulli, René Descartes, Regulae Ad Directionem Ingenii. Texte critique établi par Giovanni Crapulli avec la version hollandaise du XVIIe siècle, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers (Archives Internationales d’histoire des Idées – International Archives of the History of Ideas), 1966.).

Infine, al lettore sono offerti dei rinvii interattivi al fine di individuare i passi della corrispondenza (Clerselier I, II e III) in cui si trova un esplicito riferimento alle opere.


1.http://www.tei-c.org/index.xml.
2.Œuvres de Descartes pubblicate da Charles Adam et Paul Tannery, Paris, Léopold Cerf, 1897-1909; nuova presentazione di Bernard Rochot et Pierre Costabel, Paris, Vrin–CNRS, 1964-1974, 11 vol.
3.Di contro, le locuzioni che, in seguito, sono state unite a formare una sola parola (si tratta essenzialmente di futuri avverbi e congiunzioni: et conjonctions : aussi tôt, en fin, long tems, lors que, par tout, sur tout, tous jours) non saranno più riunite.
4.http://theleme.enc.sorbonne.fr/cours/edition_epoque_moderne/edition_des_textes.
5.Giovanni Crapulli, René Descartes, Regulae Ad Directionem Ingenii. Texte critique établi par Giovanni Crapulli avec la version hollandaise du XVIIe siècle, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers (Archives Internationales d’histoire des Idées – International Archives of the History of Ideas), 1966.